Carabinieri in manette: due comunità sotto choc.

13Feb09

12 Feb 09

Il ritratto – 1/Lampasona
Impegno nel ricordo del cognato militare trucidato a Faiano

Non si parlava d’altro ieri mattina nelle strade di Mercato San Severino e Castel San Giorgio dopo aver appreso la notizia degli arresti di Antonino Gangemi, comandante della stazione dei carabinieri di Castel San Giorgio, e del suo collega Vincenzo Lampasone in forza fino a poche settimane fa al nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Mercato San Severino.

Lampasone, 49 anni, residente a Castel San Giorgio, ha gli alamari cuciti sulla pelle così come tutta la sua onorata famiglia. Figlio d’arte (il padre era appuntato dei carabinieri), fratello di un altro sottufficiale dell’Arma, Lampasona aveva prestato servizio presso la compagnia sanseverinese per alcuni mesi contraddistinguendosi per una costante opera di controllo del territorio e repressione dei reati nell’Irno, prima del suo trasferimento a Torre Annunziata, dopo i fatti al centro dell’inchiesta che lo hanno portato agli arresti domiciliari. E’ immaginabile il dramma che in queste ore si vive nella famiglia Lampasona, secondo solo al dolore per l’infame assassinio del marito della sorella del sottufficiale, l’eroico carabiniere Fortunato Arena, trucidato insieme al collega Claudio Pezzato, nella piazza di Faiano il 12 febbraio del 1992. Il maresciallo Lampasona è un uomo conosciuto in città. Nella sua trentennale esperienza nell’Arma aveva avuto modo di distinguersi e farsi apprezzare per il lavoro svolto. In molti lo definiscono persona dal temperamento deciso ma al tempo stesso, dai modi gentili e nella sua veste di tutore dell’ordine, sempre disponibile al dialogo. Un autentico fulmine a ciel sereno, dunque, il suo arresto sia per i colleghi che per i cittadini della valle dell’Irno.



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